Pnrr, cosa è stato fatto su rigenerazione urbana, aree interne, lotta al caporalato e beni confiscati alla mafia

Un quadro sullo stato di attuazione delle misure, dei progetti e sui risultati raggiunti sugli interventi che interessano il Terzo settore in questo primo semestre 2022

A conclusione del primo semestre 2022, è possibile avere un quadro piuttosto completo delle misure e dei progetti afferenti i temi del Terzo settore contenuti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e sui risultati raggiunti sino a giugno 2022.

Gli interventi di interesse realizzati nei primi sei mesi del 2022 hanno interessato importanti investimenti presenti nel Piano e afferenti, in generale, i settori dell’istruzione, della disabilità, dello sport, della rigenerazione urbana e della lotta al caporalato, oltre che del social housing, dell’housing temporaneo, delle stazioni di posta e della strategia nazionale per le aree interne. Deve essere menzionato anche lo stato di avanzamento degli investimenti concernenti la telemedicina, le case di comunità e la riforma dell’assistenza sanitaria territoriale.

Vediamo in dettaglio lo stato di attuazione di alcuni di questi investimenti, con particolare riferimento alle tematiche concernenti la rigenerazione urbana, le aree interne, la lotta al caporalato e la destinazione dei beni confiscati alla mafia.

Rigenerazione urbana, in attesa di conoscere i Comuni interessati

All’interno della Missione 5 “Inclusione e coesione” – Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore”, l’investimento 2.1. “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale” è finalizzato a fornire contributi ai Comuni per investimenti nella rigenerazione urbana, al fine di ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale nonché di migliorare la qualità del decoro urbano oltre che del contesto sociale e ambientale.

L’investimento riguarda diverse tipologie di azione, quali:

  • la manutenzione per il riutilizzo e la rifunzionalizzazione di aree pubbliche e strutture edilizie pubbliche esistenti a fini di pubblico interesse, compresa la demolizione di opere abusive eseguite da privati in assenza o totale difformità dal permesso di costruzione e la sistemazione delle aree di pertinenza;
  • il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche attraverso la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo di servizi sociali e culturali, educativi e didattici, o alla promozione di attività culturali e sportive;
  • gli interventi per la mobilità sostenibile.

L’investimento (con un costo complessivo di 3,3 miliardi di euro) prende avvio dall’art. 1, commi 42 e 43 legge n. 160/2019 a cui si è aggiunto il dl n. 77/2021 convertito dalla legge n. 108/2021.

Dopo l’emanazione del dpcm 21 gennaio 2021 recante l’assegnazione ai Comuni di contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, sono state avviate le procedure di presentazione delle domande disciplinate dal dm 2 aprile 2021. Sono state presentate dagli enti locali interessati 655 domande per 2.431 opere. Al termine dell’istruttoria delle domande, il 30 dicembre 2021 è stato emanato il decreto del Ministero dell’Interno, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle finanze e con il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili che individua i Comuni beneficiari del contributo previsto di 2,8 miliardi di euro disposti dal citato dpcm 21 gennaio 2021 e finanziati con risorse del Pnrr a cui sono stati integrati ulteriori 600 milioni di euro del Piano (dalla componente del Fondo sviluppo e coesione), tramite il  dl n. 152/2021, art. 20, comma 1, lett. e).

Con successivo decreto del Ministero dell’Interno, il 21 febbraio 2022 è stata definita la modalità per la presentazione delle richieste di contributi, per l’annualità 2022, per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale. Ai sensi di questo provvedimento, entro il 31 marzo 2022 hanno potuto richiedere i contributi:

- i comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti che, in forma associata, presentino una popolazione superiore a 15.000 abitanti, nel limite massimo di 5.000.000 di euro. La domanda dovrà essere presentata dal comune capofila;

- i comuni che non risultano beneficiari delle risorse già attribuite con il decreto interministeriale del 30 dicembre 2021, nel limite massimo della differenza tra gli importi previsti dall’articolo 2, comma 2, del dpcm del 21 gennaio 2021 e le risorse attribuite dal predetto decreto interministeriale.

Scaduto il termine per la presentazione delle richieste, si è attualmente in attesa di conoscere i Comuni interessati.

Lotta al caporalato, presto assegnati 200 milioni di euro

Nell’ambito della Missione 5 “Inclusione e coesione” – Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore”, all’interno dell’investimento 2.2. “Piani Urbani Integrati” è prevista, per 200 milioni di euro, una specifica linea d’intervento riservata al recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo. Obiettivo dell’intervento è il finanziamento di interventi volti al superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura.

La misura è stata difatti prevista in esecuzione del Piano strategico contro il caporalato in agricoltura e la lotta al lavoro sommerso varato nel 2020 ed è parte di una più generale strategia di contrasto al lavoro sommerso che comprende anche l’aumento del numero degli ispettori del lavoro e la recente sanatoria per i lavoratori agricoli e domestici irregolari.

Il 29 marzo 2022 è stato firmato il dm n. 55/2022 che stabilisce la ripartizione dei 200 milioni di euro previsti per l’attuazione della misura. Con successivi provvedimenti, in accordo con le Amministrazioni regionali e locali, si procederà alla definizione delle procedure per l’assegnazione delle risorse e si definiranno le modalità per la presentazione e approvazione delle progettazioni degli interventi.

Aree interne: risorse ancora da assegnare

Nell’ambito degli investimenti della Missione 5 “Inclusione e coesione” – Componente 3 “Interventi speciali per la coesione territoriale”, l’investimento 1 “Strategia nazionale Aree interne” prevede di destinare 825 milioni di euro a interventi rivolti alle aree interne del Paese. Di queste risorse, 725 milioni di euro sono relativi al sub-investimento 1.1.1 “Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità” e i restanti 100 mln di euro ai “Servizi sanitari di prossimità”.

Nello specifico, il subinvestimento 1.1.1. “Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità” e, in particolare, la misura di interesse prevede trasferimenti di risorse ai Comuni del Sud e delle aree interne per la realizzazione di infrastrutture sociali, che possano creare nuovi servizi o migliorare quelli esistenti attraverso un aumento del numero di destinatari o della qualità dell'offerta (es. servizi di assistenza domiciliare per anziani, piccoli ospedali e centri ambulatoriali, centri per disabili).

Al riguardo, il 14 dicembre 2021 è stato pubblicato il dpcm che ripartisce il Fondo di sostegno ai Comuni marginali per gli anni 2021-2023. L’istituzione del Fondo è stata disposta ai sensi dell’art. 1, comma 196, legge n.178/2020, al fine di favorire la coesione sociale e  lo sviluppo economico nei Comuni particolarmente colpiti dal fenomeno dello spopolamento e per i quali si riscontrano rilevanti carenze di attrattività per la ridotta offerta di servizi materiali e immateriali alle persone e alle attività economiche, nel rispetto della  complementarità con la strategia  nazionale per le aree interne. Il Fondo è dotato complessivamente di 180 milioni di euro assegnati a 1.187 Comuni in relazione alle loro condizioni particolarmente svantaggiate: tasso di crescita della popolazione negativo sia nel lungo sia nel breve periodo, Indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm) superiore alla media e con un livello di redditi della popolazione residente inferiore alla media. Le risorse, ai sensi dell’art. 2 del dpcm, potranno essere utilizzate per tre categorie di interventi:

– adeguamento di immobili comunali da concedere in comodato d’uso gratuito per l’apertura di attività commerciali, artigianali o professionali;

– concessione di contributi per l’avvio di attività commerciali, artigianali e agricole;

– concessione di contributi a favore di chi trasferisce la propria residenza e dimora abituale nei comuni delle aree interne, come concorso per le spese di acquisto e ristrutturazione dell’immobile (massimo 5.000 euro a beneficiario).

Inoltre il 18 febbraio 2022 è stato pubblicato il dpcm 17 dicembre 2021 che ripartisce il Fondo per la progettazione territoriale. Il Fondo consta di 161.515.175 euro utili a rilanciare e accelerare la progettazione nei piccoli Comuni, le Province e le Città metropolitane delle regioni del Sud, Marche e Umbria, nonché nei centri delle aree interne. Si tratta di una misura innovativa a sostegno degli enti territoriali, che assumono i progetti vincitori dei concorsi e possono utilizzarli per partecipare ai bandi e all’assegnazione delle risorse del Pnrr e delle politiche di coesione nazionali ed europee.

Il Fondo è ripartito tra 7 Città metropolitane, 38 Province e circa 4.800 Comuni fino a 30.000 abitanti delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria, o ricompresi nella mappatura delle aree interne. In particolare, le Città metropolitane riceveranno ciascuna un milione di euro, mentre alle singole Province sono riservati 500.000 euro.

Gli enti possono utilizzare le risorse del Fondo per promuovere bandi rivolti a professionisti (per esempio, architetti, ingegneri, progettisti...) che andranno a presentare progetti in ambito urbanistico o di innovazione sociale. In questo modo, le amministrazioni interessate avranno a disposizione progetti già pronti per partecipare all’assegnazione delle risorse del Pnrr, dei Fondi strutturali europei o del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.

Le proposte devono essere coerenti o complementari rispetto agli obiettivi del Pnrr, dei Fondi strutturali europei o del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Nel caso in cui si riferiscano a interventi di carattere sociale, devono avere un livello di dettaglio sufficiente ad avviare le procedure di affidamento del servizio o di co-progettazione. In caso di lavori pubblici, invece, il livello progettuale proposto deve essere almeno pari a quello del progetto di fattibilità tecnica-economica. Gli enti beneficiari possono avviare le procedure per i concorsi e per l'affidamento di progetti di fattibilità tecnico-economica (quest'ultimo caso riservato ai Comuni fino a 5.000 abitanti). I bandi devono essere pubblicati e gli affidamenti disposti per l’intera somma assegnata entro sei mesi dall’entrata in vigore del dpcm (18 febbraio 2022), pena la revoca del contributo.

Il 30 marzo 2022 è stato pubblicato l’Avviso pubblico del Ministero per il Sud e la coesione territoriale, che mette a disposizione 500 milioni di euro per potenziare i servizi e le infrastrutture sociali di comunità nelle aree interne.

Possono partecipare al bando i Comuni delle aree interne, gli enti pubblici del settore sanitario, le cui attività ricadano nel territorio dei medesimi Comuni delle aree interne e altri soggetti pubblici, la cui proposta progettuale preveda attività che si svolgano nel territorio dei suddetti Comuni.

Le proposte possono riguardare lavori pubblici e/o forniture di beni e/o servizi; i settori individuati per gli interventi sono: infrastrutture di trasporto (stradali o trasporto urbano); opere e infrastrutture sociali (scolastiche; abitative; beni culturali; sport, spettacolo e tempo libero; sanitarie; di culto; di difesa; direzionali e amministrative; di pubblica sicurezza; cimiteri, arredo urbano, illuminazione pubblica e altre); servizi per la pubblica amministrazione e per la collettività (azioni innovatrici; servizi essenziali per la popolazione rurale; assistenza sociale e altri servizi).

Le domande di partecipazione al bando potevano essere presentate sino alle ore 14 del 16 maggio 2022. Con avviso del 9 maggio 2022, la scadenza del bando è stata prorogata alle ore 14 del 15 giugno 2022, in seguito alle richieste in tal senso giunte da numerosi soggetti titolati a partecipare, che hanno chiesto di avere a disposizione più tempo per predisporre i progetti.

Beni confiscati alla mafia: 605 domande per 200 siti

La scadenza dell’avviso dell’Agenzia per la coesione territoriale volto alla valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie (originariamente fissata al 24 gennaio 2022) è stata prorogata al 22 aprile 2022, dopo essere stata già prorogata al 28 febbraio 2022 e, poi, al 31 marzo 2022.

Risultano pervenute 605 domande, a fronte del target europeo di 200 siti riqualificati entro il 2026.

Nel dettaglio, 528 richieste riguardano l’avviso pubblico dal valore di 250 milioni di euro, mentre 77 domande sono rivolte alla partecipazione alla procedura negoziata che assegnerà ulteriori 50 milioni di euro (lo stesso progetto poteva essere presentato anche per entrambi i finanziamenti, ma potrà comunque accedere solo a uno di essi).

Il direttore generale dell’Agenzia per la Coesione territoriale ha nominato la Commissione che avrà il compito di valutare le domande, per verificarne innanzi tutto il rispetto dei requisiti richiesti e, quindi, per stilare la graduatoria relativa al bando da 250 milioni di euro (per un finanziamento massimo di 2,5 milioni di euro ciascuno).

Parallelamente, sarà avviata la procedura negoziata per individuare i progetti ‘bandiera’ (con un particolare valore economico e/o simbolico per il territorio di appartenenza), che accederanno al finanziamento complessivo da 50 milioni di euro.

© Foto in copertina di Antonio Matteazzi, progetto FIAF-CSVnet "Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano"

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