Rimborsi ai volontari nelle cooperative sociali, cosa fare?
Si esprime il Ministero del Lavoro armonizzando le indicazioni previste dal codice del Terzo settore e quelle della disciplina particolare della legge 381. Si mantengono la definizione preventiva delle spese rimborsabili, i limiti giornalieri e l'autocertificazione sostitutiva, ma anche l'indicazione di parametri generali in base alla totalità dei soci
Come si calcolano i rimborsi spese per i volontari delle cooperative sociali? A rispondere è il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in una nota del 22 ottobre 2020, analizzando il rapporto tra il Codice del terzo settore e le normative speciali che disciplinano il funzionamento di alcuni enti.
In linea di massima, il codice del Terzo settore (art. 17) ammette che l’organo sociale competente possa deliberare, per tipologie di spese e attività preventivamente definite (escluse donazioni di sangue e di organi) il rimborso delle spese sostenute dal volontario entro i limiti giornalieri di 10 euro e 150 euro mensili, a fronte di una autocertificazione sostitutiva.
Il punto è come coordinare questa indicazione con quella della disciplina particolare per le cooperative sociali, che è ancora valida, secondo cui ai soci, anche i volontari possano ricevere dei rimborsi – se stabilito nello statuto – e che questi possano essere stabiliti “sulla base di parametri stabiliti dalla cooperativa sociale per la totalità dei soci” (art. 2 comma 4 l. 381/1991).
Il Ministero sceglie una via che armonizza entrambe le prescrizioni: ai soci volontari delle cooperative sociali spettano i rimborsi delle spese sostenute entro i limiti giornalieri di 10 euro e 150 euro mensili, a fronte di una autocertificazione sostitutiva (art. 17 del codice del Terzo settore), a condizione che ciò avvenga all'interno di una metodologia complessiva di quantificazione e rimborso spese (combinato tra artt. 2 comma 4 l. 381/1991 e 17, comma 4 del d.lgs n. 117/2017).
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