Una raccolta di circolari, note, risposte e comunicazioni sulla fiscalità che possono interessare le organizzazioni del Terzo settore e non profit in generale
Una raccolta di circolari, note, risposte e comunicazioni sulla fiscalità che possono interessare le organizzazioni del Terzo settore e non profit in generale
indici sintomatici della natura sostanzialmente pubblicistica indicati sempre dall’Agenzia delle Entrate nella risoluzione n. 136/E del 7 novembre 2017;
Si ricorda che l’articolo 1 del decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, prevede un credito d’imposta (c.d. Art bonus), nella misura del 65% delle erogazioni effettuate in denaro da persone fisiche, enti non commerciali e soggetti titolari di reddito d’impresa per «interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, delle fondazioni liricosinfoniche e dei teatri di tradizione, delle istituzioni concertistico orchestrali, dei teatri nazionali, dei teatri di rilevante interesse culturale, dei festival, delle imprese e dei centri di produzione teatrale e di danza, nonché dei circuiti di distribuzione e per la realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento di quelle esistenti di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo».
Tale credito d’imposta riconosciuto alle persone fisiche e agli enti non commerciali nei limiti del 15% del reddito imponibile ed ai soggetti titolari di reddito d’impresa nei limiti del 5 per mille dei ricavi annui, ripartito in tre quote annuali di pari importo è altresì riconosciuto anche qualora le erogazioni liberali in denaro effettuate per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici siano destinate ai soggetti concessionari o affidatari dei beni oggetto di tali interventi.
Come precisato nella circolare n. 24/E del 31 luglio 2014, il credito d’imposta spetta per le erogazioni liberali effettuate in denaro per i seguenti scopi:
Il quesito è stato posto da una società in possesso del riconoscimento di ente formativo relativamente a corsi di inglese organizzati a beneficio di due società, di cui una in possesso del medesimo riconoscimento. L’Agenzia delle Entrate ha riconosciuto la possibilità di operare in regime di esenzione IVA nei confronti di entrambi i committenti in quanto:
Il rimborso è calcolato sulla base della dichiarazione dei redditi presentata l’anno precedente a quello in cui è stata prestata l’opera di volontariato, nel limite di euro 103,30 giornalieri (ex art. 39, comma 5, del Codice di protezione civile). L’Agenzia evidenzia che non si configura obbligo di fatturazione ma che il rimborso, rappresentando il lucro cessante, deve essere tassato come reddito da lavoro autonomo e quindi soggetto a ritenuta a titolo di acconto salvo i casi di esenzione.
Si ricorda che il codice del Terzo settore vieta il riconoscimento di rimborsi forfettari/compensi ai volontari degli enti del Terzo settore ma prevede una espressa deroga con riferimento “agli operatori volontari del servizio civile universale, al personale impiegato all’estero a titolo volontario nelle attività di cooperazione internazionale allo sviluppo, nonché agli operatori che prestano le attività di cui alla legge 21 marzo 2001, n. 74”, il ossia soccorso alpino e speleologico.
Anche per beneficiare dell’esenzione Iva prevista dall’articolo 10, primo comma, n. 20), con riferimento alle ”prestazioni educative dell’infanzia e della gioventù e quelle didattiche di ogni genere, anche per la formazione, l’aggiornamento, la riqualificazione e riconversione professionale, rese da istituti o scuole riconosciuti da pubbliche amministrazioni e da ONLUS (…)”, è necessario verificare che sia resa da istituti o scuole riconosciuti da pubbliche amministrazioni, il che può avvenire qualora sia previsto un apposito albo dei soggetti che forniscono servizi educativi o sia previsto l’accreditamento per svolgere l’attività o, ancora, il servizio sia finanziato direttamente da enti pubblici. Si ricorda che in prospettiva (ossia dall’esercizio successivo a quello di acquisizione dell’autorizzazione della Commissione europea in merito ai nuovi regimi fiscali introdotti dal Codice del terzo settore) gli enti del Terzo settore – ma solo quelli non commerciali – potranno invece applicare l’esenzione Iva per i servizi educativi in quanto assimilati alle Onlus.